IL TESORO DI COMO: LO SCAVO

In occasione delle attività della scoperta del  Tesoro di Como, tra Via Diaz e Via Indipendenza, in corrispondenza dell’area centrale della città romana, poi del monastero domenicano di Sant’Anna (1335-1786) e quindi dell’ottocentesco Teatro Cressoni, tra maggio e ottobre 2018 sono state evidenziate le fondamenta del teatro, i resti della Chiesa del monastero (con relativo ossario), e di parte delle strutture che si affacciavano su un cortile.

Le strutture dove è stato rinvenuto il tesoro di Como, sorgevano sopra i resti di due complessi di edifici di età romana. L’area era prossima al Foro della città, e probabilmente erano grossi edifici adibiti ad uso pubblico.

IL LUOGO DEL RITROVAMENTO DEL TESORO
Il più antico dei due edifici era strutturato attorno a uno spazio lastricato, il secondo era di epoca tardo-antica.
Entrambi gli edifici erano posti all’angolo di un’insula, fra il cardo e il decumano, oggi ripercorsi rispettivamente da Via Diaz e Via Indipendenza.

All’interno di uno degli ambienti del settore orientale, si è rinvenuto un recipiente tronco-conico in pietra ollare, chiuso da un coperchio. Il contenuto consisteva in mille monete e alcuni oggetti in oro: tre anelli, tre orecchini, un frammento di lingotto, una goccia d’oro, una barretta ricurva e alcuni minuti frammenti di filo d’oro.
La frattura del contenitore al momento del rinvenimento ha permesso di effettuare l’indagine del contenuto. Probabilmente il tesoro di Como venne avvolto in piccoli rotoli di tessuto. Lo dimostra il fatto che le monete siano ancora parzialmente impilate nella loro posizione originale.

Grazie a questa sistemazione antica, è stato possibile effettuare il microscavo in laboratorio. 

IL TESORO DI COMO: MILLI SOLIDI IMPERALI
Le monete sono prevalentemente solidi degli imperatori d’Occidente Onorio e Arcadio, quelle più recenti (472- 473 d.C., data probabile di occultamento del tesoro) risalgono all’Impero di Anicio Olibrio e Leone I.

Il V° secolo d.C. fu un periodo di grande incertezza politica, per il rapido susseguirsi di diversi imperatori e per le tensioni fra loro e i comandanti barbari dell’esercito.
Il periodo di crisi culminò nell’anno 470, con la rottura fra l’imperatore Antemio e il magister militum Ricimero.
Particolarmente rilevante risulta l’assedio di Roma, da parte dello stesso Ricimero e da una coalizione di barbari nell’anno 472.

CHI HA NASCOSTO IL TESORO?
In un simile clima di incertezza, potrebbe essere stato possibile l’occultamento del tesoro da parte di un privato molto facoltoso, o di qualcuno che avesse in custodia una cassa pubblica. Non va dimenticato che Como all’epoca fu sede del praefectus classis Comensis. Da questo ufficiale dipendevano i marinai e i soldati della flotta imperiale, schierata a difesa del bacino lacustre e delle sue vie di transito lungo il Lario.

Nello scavo non è stato possibile trovare indizi sulla natura del tesoro, al momento si possono fare solo ipotesi. Comunque sia, il ritrovamento resta uno dei più significativi nell’area lombarda.

error: