MONETE ROMANE IN UN'ANFORA. IL TESORO NEL CUORE DI COMO
La scoperta straordinaria durante gli scavi sotto l'ex Teatro Cressoni
Il teatro Cressoni nascondeva e custodiva il cuore della Como romana. Nelle fondamenta dell'edificio, durante gli scavi per una nuova costruzione, è stata scoperta un'anfora piena di monete d'oro del quinto secolo dopo Cristo, tarda epoca imperiale. Un ritrovamento «inedito, che non trova al momento confronti» per gli esperti. Che ora sono convinti che potrebbe esserci molto di più e stanno valutando lo stop al progetto privato in corso per poter continuare gli scavi archeologici.
«Lo scavo era seguito, sappiamo di essere molto vicini al cuore della città di Como di epoca romana, il foro di Novum Comum, ed erano già stati fatti ritrovamenti importanti nell'area - spiega Luca Rinaldi, sovrintendente delle Belle arti per la Lombardia occidentale -. Il privato proprietario dell'area ci ha sempre offerto la massima collaborazione. E evidente che c'è un progetto in corso, ma credo che con tutte le parti coinvolte valuteremo la possibilità di approfondire la situazione. Ci sono i segni chiari di una struttura muraria, abbiamo trovato un'epigrafe e altri reperti che sarebbe importante poter indagare a fondo». Il recipiente in pietra ollare, di forma inedita, è emerso durante lo scavo nelle fondamenta dell'ex teatro, sulle cui ceneri dovrebbe sorgere un palazzo di pregio con residenze e box. Una destinazione che potrebbe essere rivista dopo che la terra ha restituito un autentico tesoro antico. «Il vaso era perfettamente conservato - spiega Rinaldi - Durante lo scavo è stato leggermente danneggiato. Un picco lo squarcio dal quale si vedono le monete d'oro. Ne abbiamo prelevate alcune per una prima analisi, sono del V secolo e nell'anfora potrebbe esserci al-
tro. Sono reperti dal valore difficile da quantificare ma certamente molto elevato». Il materiale è stato portato al laboratorio di restauro del Mibac a Milano per le analisi, che procedono con la massima cautela per non danneggiare il contenuto.
Il tesoro apparteneva probabilmente a una famiglia nobile o comunque ricca, non è escluso che si trattasse di una figura di spicco dell'epoca romana. «Le monete valevano molto e potrebbero esserci altri depositi nella stessa area», conferma il sovrintendente. «Tutti i reperti sono di proprietà dello Stato - aggiunge -. Il privato può chiedere una percentuale del valore ma i beni storici restano al pubblico. Vorremo valorizzarli al meglio, anche se per questo naturalmente si dovrebbe programmare un investimento con tutti i soggetti coinvolti, a partire dal Comune. Non è un punto facile per lavorare perché c'è il lago, nello scavo lavoriamo con le pompe. C'è molta acqua. Credo comunque che valga la pena approfondire la situazione». La priorità è anche proteggere l'area. «Dobbiamo evitare che arrivino i curiosi o peggio spiega il sovrintendente-. L'anfora con le monete e altri reperti sono stati prelevati e portati nei luoghi appositi per gli accertamenti ma potrebbe esserci altro ed è importante che lo scavo sia protetto. Non potrà restare un buco, ragioneremo su un'area museale». Commenta il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli: «Non conosciamo ancora nei dettagli il significato storico e culturale del ritrovamento ma quell'area sta dimostrando di essere un vero e proprio tesoro per la nostra archeologia. Una scoperta che mi riempie di orgoglio».