TESORO ROMANO DI MILLE MONETE D'ORO A COMO, MAXI PREMIO PER GLI SCOPRITORI (DOPO IL RICORSO). " A LORO 1 MILIONE DI EURO"
Inizialmente, il Ministero aveva stabilito che la somma da accreditare alla ditta dei lavori di scavo fosse di 390.041,36 euro, ovvero il 9,25% del valore stimato del tesoro che ammontava a circa 4 milioni di euro.
Un milione di euro. E questa la maxi ricompensa per gli scopritori del così detto Tesoro di Como, costituito da mille monete d'oro d'epoca romana in un'anfora, perfettamente conservate, probabilmente del IV secolo D.C. o di prima epoca bizantina, rinvenute nel 2018 in pieno centro storico. La scoperta a circa un metro di profondità, durante lo scavo sull'area di un ex cinema e, prima, ex convento, per la realizzazione di una palazzina in Via Diaz da parte di Officine Immobiliari.
Il premio
Il Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione del tribunale amministrativo riguardo al premio da corrispondere all'azienda. Inizialmente, il Ministero aveva stabilito che la somma da accreditare all'azienda fosse di 369.041,36 euro, ovvero il 9,25% del valore stimato del tesoro che ammontava a circa 4 milioni di euro. Officine Immobiliari aveva fatto ricorso, chiedendo il 25% del valore- come previsto dal Codice dei Beni Culturali.
La decisione
Il Tribunale amministrativo aveva respinto la richiesta della società, sostenendo che la paternità del ritrovamento non fosse chiara. Il Consiglio di Stato ha però ribaltato il provvedimento stabilendo che le attività di scavo erano state svolte direttamente dalla proprietaria, anche se attraverso la collaborazione con soggetti e macchiari incaricati. A riportare la notizia è il Giorno.
La scoperta
Della scoperta si stava occupando la Soprintendenza ai Beni archeologici di Milano, che aveva fermato i lavori nel cantiere nel punto del ritrovamento. "Como è stata fondata dai romani ed è naturale trovare dei reperti, ma questo, potrebbe essere uno dei tesoretti romani più importanti mai ritrovati", aveva spiegato il presidente della società archeologica di Como Giancarlo Frigerio. "La zona del ritrovamento ospitava le abitazioni private dei nobili romani, l'anfora potrebbe essere stata nascosta nei muri della casa per evitare furti, probabilmente all'epoca delle invasioni.