LA COMO ANTICA. LUOGHI, VOLTI E PERSONAGGI DA RITROVARE
L'Archeologica. Centovent'anni di passione.
Fondata nel 1902. Dalla Ca' Morta alle monete romane. Un migliaio di soci e una medaglia al merito dal Quirinale
La Società Archeologica Comense, fondata nel 1902, festeggerà a breve i 120 anni di esistenza. Il suo intento è sempre stato quello di incrementare lo studio dell'archeologia nel territorio della provincia di Como anche grazie alla diffusione mensile della Rivista archeologica, inizialmente diretta da Vincenzo Barelli, pioniere dell'archeologia comasca. Ad oggi può contare su un migliaio di soci oltre ad essere stata insignita dal Presidente della Repubblica della medaglia al merito della Cultura.
«Il nostro focus principale è l'archeologia comense. La Società Archeologica promuove e sostiene le ricerche e le relative divulgazioni di tutto ciò che riguarda l'archeologia nel nostro territorio - spiega Laura Verga de La Società Archeologica - Un tempo seguivamo direttamente gli scavi, ma ora è impossibile in seguito alle ultime disposizioni in materia di sicurezza».
La civiltà di Gola secca
Negli anni la Archeologica si è occupata degli scavi in via Isonzo a Prestino e di altri scavi nella Spina Verde. Ora la sua mission è quella di promuovere iniziative culturali, come conferenze, incontri e viaggi che hanno sempre un risvolto storico-archeologiche. «Le tre epoche di cui si occupa l'Archeologica Comense sono la Protostoria, l'Età romana e il Medioevo nella provincia di Como», spiega Verga. Un punto di interesse strategico per l'associazione è quello della Spina Verde, dove ci sono ancora tracce della Como preromana che appartenevano alla Cultura di Gola Secca. «Stiamo parlando di una cultura del l'età del ferro e le sue tracce sulla Spina Verde vanno dal 1000 a circa il IV secolo avanti Cristo - afferma Laura Verga - Nel Parco della Spina Verde ci sono ancora oggi tracce del villaggio, delle capanne, le botteghe di lavorazione dei metalli, le rocce incise che probabilmente afferiscono a questo periodo storico, ci sono le cave di arenaria dove veniva presa la pietra per poter costruire poi le capanne del villaggio».
Tutto il parco della Spina Verde è percorso da una serie di sentieri, uno dei quali serve a collegare le zone archeologiche. «Lo stesso Baradello viene curato dalla Società Archeologica. Quest'ultima nasce in realtà con gli scavi della Cà Morta, in quella zona c'erano cave di sabbia dove, a partire dall'Ottocento, sono emerse delle tombe a cremazione. In tutte le città antiche la città dei morti era separata dalla città dei vivi. Sulla collina della Spina Verde c'era presumibilmente l'abitato e la Necropoli era in Cà Morta».
L'Ultimo ritrovamento
Gli scavi più recenti nella zona riguardano invece quelli fatti in
concomitanza dei lavori per la Pedemontana. «Sono stati fatti degli scavi quando hanno iniziato a sistemare la zona della Pedemontana a Grandate - precisa Verga - Anche qui ci sono stati ritrovamenti inerenti alla cultura di Gola Secca. Non bisogna dimenticarsi che questa zona è un'aerea di rilevanza archeologica molto importante ovviamente molto costruita, ma quando si scava per un cantiere solitamente qualcosa emerge sempre».
L'ultima sensazionale scoperta risale invece al 2018, quando in prossimità dell'area del cantiere dell'ex Teatro Cressoni di via Diaz, in pieno centro storico, viene scoperto un tesoro risalente all'epoca romana dal valore inestimabile.
La Società Archeologica é stata inoltre annoverata dalla Regione Lombardia fra le istituzioni culturali di interesse regionale.
Federica Beretta