IL "TESORO" DI VIA DIAZ E IL SILENZIO DELLO STATO

La lettera

Caro direttore, quale amministratore di Officine Immobiliari ho apprezzato il rasalto dalto da La Provincia alle vicende connesse al "tesoro" numismatico dell'ex Teatro Cressoni.

Concorrono innanzitutto l'amore per Como e per la sua storia, l'entusiasmo di vedere un'attività imprenditoriale coniugarsi concretamente con la cultura, non solo locale, ma anche di indubbia rilevanza mondiale, il desiderio di efficace cooperazione privato- pubblico, la soddisfazione di vedere un significativo accrescimento delle raccolte del Museo Giovio. A lato vi sono anche gli aspetti economici, unicamente ed orgogliosamente sostenuti da Officine Immobiliari, con la previsione di legge di un giusto, seppur limitato premio come stimolo alla collaborazione da parte dei cittadini. E' proprio a quest'ultimo proposito che da molti mesi si è ceata una situazione di stallo, innanzitutto nella trasmissione da parte della soprintendenza dei dati essenziali - già da tempo disponibili presso la Soprintendenza stessa - riferiti alle singole monete, dati indispensabili per consentire anche a Officine Immobiliari di iniziare una propria stima del valore delle monete. La trasmissione dei dati viene costantemente differita, con le più diverse quanto pretestuose motivazioni che di fatto, hanno rotto il "patto di fiducia" che era stato pazientemente e concretamente instaurato con la Sovrintendenza milanese. Questa disparità di doveri e diritti che lo Stato troppo spesso ci impone, per il tramite del comportamento dei suoi funzionari, che definirei arrogante e finanche "menefreghista" rispetto alle conseguenze che provoca, deve finire. Basta! Come noi, quale impresa, ci prendiamo le nostre responsabilità, è giusto che anch'essi si prendano le loro; come noi rispettiamo le scadenze, pena dover pagare pesanti penali e more, anch'essi devono rispettarle. Basta! Casi come questo, in cui l'assordante e ripetuto silenzio è ampiamente dimostrato, sono inaccettabili e non possono essere ulteriormente subiti. Basta! Sabato scorso la stampa nazionale ha dato notizia del "dossier" di 91 proposte che quel giorno Carlo Cottarelli ha inviato alla ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone "per battere la burocrazia". Si indica la necessità di "dialogo tra imprese e uffici statali", la cui mancanza "fa perdere fiducia nello stato", si osserva che bastano "soluzioni facili e di buon senso" e che a monte "paradossalmente basterebbe un po' di buona volontà". Officine Immobiliari ha fatto sempre e subito la propria parte, ed oltre. Essa attende dalla parte pubblica solo dialogo, collaborazione, buona volontà e un po' di sacrosanto rispetto. Como e il suo "tesoro" potrebbero essere un esempio virtuoso ed un modello nazionale, cioè una proficua occasione per la comunità locale, l'imprenditoria, lo Stato. Occorre che la parte pubblica sappia e voglia cogliere ciò, volontà che sono sempre più convinto sia totalmente assente. 

La Provincia 2 luglio 2020

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