Riflessioni di un imprenditore
lunedì 9 maggio a Como e martedì 10 maggio a Milano verrà presentato il volume, edito nella collana numismatica on line del Poligrafico dello Stato, dedicato a quello che ormai è definito ‘Tesoro di Como’, le mille monete ritrovate presso Palazzo Cressoni, in via Diaz.
Giusto vanto per la nostra Italia, importante patrimonio culturale della Nazione, notevole incremento per la scienza dell’antichità.
Il tutto presentato come merito ed orgoglio di una struttura amministrativa periferica dello Stato. Volume del quale uno sarebbe l’autore, ma con ben 17 contributi di altri studiosi, che dunque appaiono stemperarne il ruolo in quello di una curatela. Tra i contributori almeno due hanno operato per incarico esterno all’amministrazione pubblica.
Se il previsto intervento del Sindaco Landriscina è ovvio e doveroso e quello del Soprintendente si spiega con il grado nella gerarchia dei funzionari, quello del comandante del nucleo dei Carabinieri che in Lombardia sono preposti alla tutela dei beni culturali è meno comprensibile, siccome il ‘Tesoro di Como’ non è certo stato individuato attraverso attività di polizia.
Dunque, nei due eventi del 9 e 10 maggio il nucleo significativo è rappresentato dagli autorevoli studiosi chiamati a presentare il ‘Tesoro di Como’ sul piano scientifico (Lusuardi Siena, Tizzoni, Arslan).
Punto però sconcertante è quello della totale obliterazione della fattiva e proficua collaborazione tra privato e pubblico. Non vi è menzione che il ‘Tesoro di Como’ è stato individuato nell’ambito di indagini nel sottosuolo delegate dallo Stato al proprietario del terreno e da quest’ultimo svolte con la massima diligenza, con vero entusiasmo per la storia della città di Como, avvalendosi di qualificati archeologi operanti sul mercato privato. Il tutto con ingenti costi, compresi quelli per modifiche progettuali, sostenuti senza alcuna esitazione, per affermare la piena convergenza e compatibilità di impresa e cultura, di economia e tutela. Convergenza fattiva giunta a sostenere con risorse private anche indagini di laboratorio successive al ritrovamento e ad effettuare con appositi mezzi meccanici trasferimenti fisici dei reperti di maggior peso. Si dia una dimensione economica a tutto ciò e si sfiora il mezzo milione di euro: ben destinati alla cultura.
Ebbene, è per un verso ingiusto, per altro verso politicamente insipiente trascurare e conculcare il ruolo del privato, del Cittadino, dell’imprenditore nella promozione culturale, così disamorandolo ed allontanandolo, soprattutto in momenti in cui le limitate risorse ministeriali dovrebbero indurre a promuovere e coltivare interventi sinergici.
Credo sia questione di persone. Ne è riprova quanto recentemente (2021) accaduto nel veronese, a Negrar di Valpolicella, tra imprenditori che come Officine Immobiliari credono nel valore aggiunto della cultura e un soprintendente di solida competenza archeologica e di spiccata capacità amministrativa (Vincenzo Tiné): con una collaborazione tra pubblico e privato ‘che punta a fare da apripista’ (così si legge nei comunicati stampa) i magnifici mosaici di una villa romana hanno potuto riapparire sotto le vigne.
A Negrar si è verificata la stessa entusiasta partecipazione che fu attuata da Officine Immobiliari in via Diaz a Como, partecipazione della quale ora la Soprintendenza milanese del tutto tace.
Al contrario, per l’analogo caso di Valpolicella, proprio il ministro della Cultura on. Franceschini ha dichiarato ‘che rappresenta un bell’esempio di collaborazione tra Stato, Comune e Soprintendenza con i privati: qui si assiste a un livello di collaborazione ottima, inaugurando una strada condivisa grazie alla quale si arriva meglio alla fruibilità del patrimonio’.
Se Officine Immobiliari neppure viene menzionata e men che meno coinvolta nella presentazione del volume sul ‘Tesoro di Como’, ciò è indice di una concezione deteriore, arretrata e autoritaria del rapporto tra Stato e Cittadino. Concezione che non è del Ministro, e -come visto per il caso di Valpolicella- neppure di chi tra i dirigenti concepisce la funzione della Soprintendenza in modo moderno e costruttivo. Dunque, come detto, è proprio questione di persone. Ma anche, più banalmente, di educazione.
Como, 5 maggio 2022
Saba Dell’Oca
A.U. Officine Immobiliari srl